giovedì 9 luglio 2009

LA MATEMATICA DI GESU'

Marco - Capitolo 8, 1-21

In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione di questa folla, perché gia da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano». Gli risposero i discepoli: «E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?». E domandò loro: «Quanti pani avete?». Gli dissero: «Sette». Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli. Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati. Erano circa quattromila. E li congedò. Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanùta. I farisei domandano un segno dal cielo Allora vennero i farisei e
incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione». E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda. Il lievito dei farisei e di Erode Ma i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». E quelli dicevano fra loro: «Non abbiamo pane». Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, 19quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non capite ancora?».

La prova del calcolo. Nella seconda moltiplicazione dei pani vi è un esplicito riferimento allo scetticismo e all'incredulità dei discepoli. Gesù sembra quasi sorpreso del fatto che essi abbiamo così in fretta dimenticato il suo miracolo, e che stiano ancora lì a discutere di quanti pani avrebbero avuto disponibili per il prossimo pasto. “Non vi ricordate” dice loro Gesù“ quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?”. Gli dissero: “Dodici”. «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?”. Gli dissero: “Sette”. E disse loro: “Non capite ancora?”. Sembra quasi una lezione di aritmetica di un Maestro della terza elementare, un maestro che spiega a fare i calcoli. Dunque, Gesù propone una strana didattica per le nostre teste dure, una didattica di tipo matematico: dovremmo capire l'importanza del 'suo pane' dal resto, considerando cioè 'l'avanzo d'amore' che la Grazia ci lascia, il residuo che opera in noi. Quasi che quell'avanzo fosse il codice-quoziente per risalire al miracolo, proprio come il resto serve per fare la prova di un calcolo e risalire al dividendo. Capita spesso di sertirsi sovrabbondanti e di voler fare del bene o, semplicemente, voler far bene una cosa. Ricordiamoci che questo impulso è come una delle ceste che i discepoli avanzarono dal miracolo dei pani: un residuo che ci dice, in una modalità spirituale, che c'è stato in noi un miracolo, una grazia ricevuta, che forse non ricordiamo.


Ed ancora: Il Pane è la sua Parola. Non possiamo vivere senza la sua Parola e possiamo riceverla solo se doniamo le poche parole che abbiamo.

Nelle situazioni dove ci viene chiesto molto ci trinceriamo spesso dietro la nostra effettiva povertà, ma il Maestro non ci chiede di dare le ricchezze che non abbiamo, ma solo la compassione iniziale perchè al resto penserà lui.

Il nostro atteggiamento davanti all'incredibile modo di vedere ed operare di Gesù è quello di fare i sordi e cioè di non voler comprendere e cosi' rimaniamo preda degli affabulatori e cioè del livito dei farisei. Questi giocano solo su ciò che si vede e cammina verso una morte che non prevede resurrezione.