martedì 23 maggio 2017

ASCENSIONE
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Lc 24, 36-53

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

L’ultimo atto di Gesù su questa terra è quello di lasciarla per sparire nel cielo come ad indicarci che la nostra destinazione non è solo il marcire nella tomba ma un essere elevati ad un’altra dimensione quella del suo regno celeste che aveva promesso di instaurare. Un regno dove finalmente si può essere giusti senza essere invidiati e messi a morte. A Gesù essere puro e celeste è proprio toccata questa sorte e cioè di non essere riconosciuto sincero da parte delle potenze nere di questo mondo. Con la suaascensione si conclude il ciclo iniziato con Abramo e proseguito da Mosè e dai profeti. 

  
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Un ciclo tanto lungo che ci si potrebbe chiedere come mai il Signore Gesù non sia venuto prima. Sappiamo però che egli è venuto nella maturità dei tempi ma dobbiamo chiederci il senso di queste parole. Una delle interpretazioni possibili è che Dio rispettando la libertà dell’uomo si è guardato bene di intervenire prima perché ha voluto che fosse chiaro per ogni verso che l’uomo da solo, e cioè senza l’aiuto divino,  non era capace di uscire fuori dalla sua miseria.  E perché gli uomini se ne rendessero conto ha lasciato che il tempo scorresse ed essi mettessero in campo tutto ciò che era in loro potere: i risultati li vediamo dalla storia del popolo d’Israele (il quale non è riuscito ad uscire dalla via del sangue come del resto capita anche a noi oggi)che nonostante tutti gli aiuti inviati dal cielo ha partorito alla fine quegli esseri meschini che hanno messo a morte Gesù. 


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Il Padre dunque amando gli uomini costituiti in libertà dalla sua divina intenzione li ha amati ancora inviando Gesù perché quell’impronta divina posta in ciascun uomo avesse la forza di riprendere vita. Gesù che sale al cielo non abbandona i suoi ma lascia loro un aiuto e cioè lo Spirito consolatore per accompagnarli nelle vicende di tutti i giorni. Notiamo come dopo la resurrezione Gesù rimane 40 giorni su questa terra facendosi vedere e toccare dai suoi e poi, dopo la sua assunzione, e cioè dopo dieci giorni, invia lo Spirito Santo. 

La nostra mentalità magica non ci fa capire questa distensione nel tempo e cioè i 50 giorni in cui è rimasto ancora sulla terra: noi avremmo unificato tutto e con una bella cerimonia. 

Ormai siamo diventati così umanamente ridicoli che viviamo secondo le indicazioni filmiche. La nostra vita invece è tremendamente reale e come allocchi ce ne accorgiamo solo quando le cose non vanno come noi lo vorremmo. E così finchè le cose vanno bene il velo dorato della vita sembra coprire tutto e cioè tutto quello che noi non vorremmo mai vedere. Noi infatti non vogliamo farci normalmente delle domande che ci rovinino la bella gioia del nostro passo allegro quando la vita ci si squaderna avanti come fosse in nostro potere. 

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In questa situazione il tempo passa veloce ma la vita  è fatta anche di tante altre situazioni dolorose in cui il tempo sembra non passare mai. Gesù dosando la ricezione degli avvenimenti nel tempo media tra le due posizioni estreme del tempo veloce e di quello che non passa mai ridandoci il vero tempo umano che per essere fertile deve essere interiorizzato. Ecco il perché delle molteplici apparizioni che servono a modellare una vera consapevolezza  a fronte di quell’umana diversità di ricezione che ha proprio bisogno del tempo giusto, non quello di una sola apparizione, che avrebbe prestato il fianco ad essere interpretato come una illusione collettiva. Abbiamo preso spunto da questi avvenimenti post-resurrezione per gettare uno sguardo su come noi viviamo il tempo e non vogliamo soffermarci sull’altra sponda, e cioè del tempo che non passa mai, ma avendone solo accennato ognuno può rivedere come recepisce il tempo per dargli una misura  libera dal rimanerne schiavi. 

Michele Sebregondio