mercoledì 15 giugno 2016





Lc 6, 27-35                                                        mercoledì 15 giugno 2016
La domanda è : “Come si può chiedere di amare i propri nemici?” e la domanda non è di quelle retoriche ma viene spontanea dopo l’uccisione di 50 persone da parte di un fanatico ispirato dall’odio. Per rispondere a questa domanda in linea con il sentimento di Gesù prendiamo atto del riferimento importante che Lui ci dà per convincerci ad amare i nostri nemici. Egli sostiene che siccome il Padre celeste non odia  neppure noi possiamo odiare, se fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni pure noi pure dobbiamo avere verso tutti, compresi i cattivi, lo stesso atteggiamento di amore. Ora  chiediamoci ancora: Come posso amare l’uccisore  di tutte  queste persone? Direi che proprio non posso con le sole mie forze. Perché la prima cosa che viene in mente di fronte ad uno che uccide è quella di ucciderlo. E dunque la salvaguardia per non arrivare a tanto è quello di non odiarlo, ma questa via per non odiare il nemico la chiamerei negativa e non è sufficiente a soddisfare ciò che il Signore ci chiede e cioè l’amore del nemico. Cerchiamo allora di capire perché Gesù vuole da noi questo comportamento e scopriremo che la risposta è questa : il Padre celeste vuole tutti salvi e volendoli salvi ha concesso all’uomo tutto il tempo della sua vita perché possa ravvedersi. Se odio il nemico non posso partecipare a questo disegno divino rivolto a tutti gli uomini anche i più malvagi perché il mio intento è quello di non concedergli quel tempo che Dio stesso ha dato per il loro ravvedimento. Senza dire che l’odio vissuto con tutte le fibre del proprio essere ci deforma e ci fa assomigliare non al Padre celeste ma al suo avversario.  Mentre l'amore, e cioè quello della salvezza vera del corpo e dello spirito del nostro avversario, è qualcosa di grandioso e di divino che ci fa somigliare di più al Padre celeste ed alla sua perfezione.
                                                                              Comunità del Monte Tabor