giovedì 20 novembre 2025


 

Siamo esseri umani fragili e limitati ma con un potenziale da brivido.

Lc 19,45-48

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Gesù qui parla del tempio di Gerusalemme come casa di preghiera ma l'uso della parola 'tempio' è usata da Paolo per indicare non più un luogo fisico fatto di mattoni ma addirittura del corpo del credente: 

​"O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!" (Cor 6,19-20)

Oggi si parla tanto di residenze artistiche ma qui , a proposito dello Spirito Santo,  la residenza siamo noi.

E l'affermazione decisa di Paolo ce lo conferma mettendoci davanti ad un fatto compiuto: è così e basta e dunque se è così occorre che ne intendiamo il significato per rendere operativa in noi questa presenza.

Questa mia considerazione sembrerebbe mettere in dubbio l'affermazione categorica di Paolo ma non è così perché egli utilizzando la forma interrogativa ci legittima a dare corso esperienziale a ciò egli formula.

E già la sua dichiarazione dell'intendere il nostro corpo come  tempio dello Spirito Santo ci libera da qualsiasi nostro sentirci esclusi o come mancanti di qualcosa o come messi da parte lì dove secondo un nostro intendimento vorremmo essere.

Se invece lo Spirito ci abita  non abbiamo bisogno d'andare da nessuna parte per sentirci a posto perché di fatto, detto con una frase del cantante Giovannotti, siamo nell'ombelico del mondo.

Non abbiamo bisogno di riempirci andando di qua e di là, né  sentirci mancanti di alcunché perché lo Spirito che è in noi già ci sazia per intero.

Tuttavia se lo Spirito ci sana dal rincorrere una promessa di pienezza sparsa nelle molteplici residenze del mondo poi ci spinge a muoverci per il servizio da dare alle sorelle ed ai fratelli.

In questo modo onoriamo la presenza dello Spirito Santo e prendiamo pure coscienza d'essere come in una meravigliosa cattedrale dove può diventare abituale raccogliersi preghiera ed in intimità con il nostro prezioso ospite divino.