sabato 13 febbraio 2010

Pensiero prima della meditazione


Abbiamo già visto come nei giorni prima della creazione dell’uomo Dio orna i cieli e la terra in modo che diventino la casa dell’uomo. Oggi puntiamo la nostra attenzione non sulle parole ma sui gesti creativi del Signore. Egli si sta preparando ad avere una relazione con il tu umano e prepara questo incontro attraverso ciò che noi oggi chiamiamo ‘linguaggio non verbale’. E’ vero l’uomo non è stato ancora creato ma Dio compie i suoi gesti come se già lo avesse davanti. Anche a noi capita di preparare il terreno con una serie di gesti di attenzione verso chi vorremmo conoscere più da vicino. Il Signore Dio ha cominciato così a preparare la strada per avere di fronte a sé un uomo a cui poter rivolgere la parola e noi non possiamo essere da meno se vogliamo seguirlo su questa strada e quindi non dobbiamo limitarci al mondo delle parole ma estendere la nostra capacità d’amare ai gesti che in alcuni casi sono più espressivi delle stesse parole.




Mc 13
14Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; 15chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa; 16chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 17Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! 18Pregate che ciò non accada d'inverno; 19perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall'inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà. 20Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni.

Nella nostra vita dobbiamo essere pronti ad accettare anche i momenti di intensa sofferenza non solo personale ma collettiva. E ciò può venire quando un sistema che fino ad un momento prima aveva funzionato,o almeno sembrava, improvvisamente implode provocando quell’abominio della desolazione di cui parla il vangelo. Gesù qui si riferiva alla distruzione di Gerusalemme da parte dei romani e del contesto tragico in cui questa avvenne. Le sue parole, che a noi sembrano in un primo momento incredibili, perché abbiamo visto nella nostra storia del 1900 cose orribili dalla Shoah alla bomba atomica caduta ad Hiroshima, ma poi quando andiamo a leggere le notizie che dà Flavio Giuseppe sulla fine di Gerusalemme, dobbiamo ricrederci casomai non avessimo creduto alle parole di Gesù. Ciò che ci consola è sapere che nonostante gli uomini cerchino di distruggersi a vicenda c’è il Signore che veglia comunque sulla storia accogliendo la preghiere dei santi che sono dei panorami di pace sulle aride sponde di molte terre degli uomini.