sabato 1 novembre 2008


La nostra pratica

“ Durante la meditazione noi ci disponiamo ad accogliere la Parola di Dio lasciando cadere ogni preoccupazione circa la nostra capacità di comprenderla. Noi infatti confidiamo nel suo Autore e sul fatto che se ha voluto rivolgerci la sua Parola è perchè risuoni dentro di noi piena di significato. Inoltre grazie a ciò che della Parola avremo capito o alle domande o ai dubbi che essa avrà suscitato in noi potremo poi procedere ad approfondimenti di ampio respiro che la collochino nel contesto di tutta la Bibbia e nella comprensione che oggi ne ha la Chiesa. Vogliamo insomma che la Parola raggiunga la nostra persona come se fosse la prima volta proprio perché essa, pur essendo stata accolta e vissuta dall’umanità passata, deve essere di nuovo ascoltata da quella presente perché possa prendere corpo oggi nella nostra vita e nella società di cui facciamo parte.”


[23]In giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. [24]I farisei gli dissero: «Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?». [25]Ma egli rispose loro: «Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? [26]Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?». [27]E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! [28]Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato».

La Legge è stata data da Dio e quindi è buona perché riguarda essenzialmente l’alleanza fatta con il popolo d'Israele. Gesù stesso dice che neppure un suo iota andrà perso. La legge ha essenzialmente due funzioni la prima è quella di introdurre alla nuova alleanza portata da Cristo e la seconda quella di convincere l’uomo che egli è peccatore come ben ci ha fatto riflettere Paolo. In Gesù noi troviamo il cuore della Legge, e cioè quel cuore che l’ha pensata per aiutare l’uomo ad essere più umano e giusto, ed il metro per poterla interpretare correttamenete. Gli uomini hanno la tendenza a rendere piatto e senza cuore tutto ciò che è frutto delle intenzioni più nobili. Nel caso della legge divina essi per lo più non le permettono d’essere un vero aiuto e non un peso. Gesù non vuole che i suoi discepoli diano culto a Dio attraverso l’osservanza del sabato quando sono in gioco i bisogni fondamentali dell’uomo. Questo modo di pensare di Gesù dovrebbe farci riflettere su come ci rapportiamo alle regole. Le generazioni postsessantottine non corrono il rischio del rigorismo ma dell’insofferenza ad ogni sorta di regole perché vogliono vivere fino in fondo l’esperienza della libertà. Purtroppo se non si recupera un corretto rapporto con le regole sarà difficile avere un rapporto vero e profondo con i nostri simili. In un mondo di pari infatti tutto si gioca sul modo come noi viviamo le regole e cioè su come noi le riempiamo o le svuotiamo di senso. Da Gesù non abbiamo appreso a disprezzarle ma a renderle umane e cioè a viverle con quelle eccezioni che sono il modo migliore per affermarle salvo nei casi in cui esse sono completamente da abolire.

GABRIELE PATMOS