mercoledì 5 novembre 2008


La nostra pratica

Paolo in Filippesi 2 afferma : “[14]Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche, [15]perché siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo, [16]tenendo alta la parola di vita.” Noi quindi siamo invitati a risplendere come astri nel cielo ma questo ci riuscirà solo mettendo al centro della nostra vita la parola di Dio e la sua pratica. Parola che è difficile a comprendersi soprattutto quando si manifesta attraverso vicissitudini che ci colpiscono direttamente. Il Card. Martini nel suo libro ‘Conversazioni notturne a Gerusalemme? così scrive: “ Ho interrogato Dio come fanno anche i salmi: perché deve essere così? Poi mi è stato concesso di sentire ancora che dal dubbio nasce qualcosa di nuovo…….Naturalmente occorre molta fiducia in Dio, ma spesso si parte da dubbi, da domande.”. Anche la nostra lettura della Parola non vuole avere la pretesa di una comprensione immediata, ma solo la disposizione interiore di affrontare con fiducia anche il deserto del non senso perché sa che i propri dubbi e le proprie domande sono il terreno fecondo attraverso cui Dio ci farà pervenire le sue risposte.

Le folle al seguito di Gesù

[7]Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. [8]Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. [9]Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. [10]Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. [11]Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». [12]Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.
Da completo sconosciuto Gesù in poco tempo attira l’attenzione di folle provenienti dagli antipodi della Palestina come per noi sono la Sicilia ed il Piemonte. E’ il suo un apparire travolgente anche perché in lui opera una potente forza che guarisce molti. E’ il momento della manifestazione che è l’opposto del suo nascondimento. Una manifestazione da far comprendere e gestire in modo che nessuno potesse catturarlo in un ruolo che non era il suo ad es. quello di guaritore. Egli guariva sì ma il suo messaggio andava molto oltre. Plasticamente ciò viene evidenziato nel suo spostarsi sulla barca da dove poteva parlare e non solo guarire. Si capisce così perchè egli sgridi gli spiriti immondi. Gesù non vuole diventare un fenomeno da baraccone gestito dagli appetiti o dalle strategie nascoste di chi gli vuole male. E gli spiriti immondi non sono certo spiriti che amano il Signore e il loro intento quindi di intervenire sul modo come egli voleva farsi conoscere dal popolo di Israele non è che uno dei tanti modi attraverso cui essi lo avversavano. Gesù non ama le folle o meglio le ama cercando di umanizzarle. Ricordiamoci dell’episodio della moltiplicazione dei pani quando divise quelle migliaia di persone in gruppi di 50 o di 100. Nello stesso modo vuole che i suoi miracoli abbiano una ricaduta sul piano della relazione. Anche noi facciamo così quando vogliamo da Dio miracoli ma senza entrare in una vera relazione. Il tempo che abbiamo a disposizione in questa vita dovrebbe servirci ad esplorare l’infinita bellezza e l’esaltante percorribilità di un rapporto non con un Dio astratto, ma con uno fatto di carne ed ossa come noi.