giovedì 11 agosto 2022

Mt 18,21-19,1

L'argomento di questo post è il perdono, l'ingratitudine che diventa odio e la cattiveria ma si astiene dal giudicare chi per salvare la propria vita è costretto ad impossessarsi di ciò che non è suo.

 Siamo abituati fin da piccoli al possesso per cui  ciò che è nostro è nostro e guai a chi si prende ciò che ci appartiene.


Certo  se fossimo abituati fin dalla fanciullezza a dare più attenzione a ciò che ci viene donato forse faremmo meno fatica a distaccarci da ciò che reputiamo nostro.

Questo attaccamento, che crediamo falsamente delimitare la nostra identità personale, ci crea in continuazione molti problemi e li crea pure a livello delle identità nazionali con tutte le pretese e le offese legate ai confini.

Qui non vogliamo schierarci a favore di  utopici 'liberi tutti' a riguardo di ciò che uno legittimamente possiede ma prospettare un quadro più ampio in cui ciò  che ci viene tolto non diventi una sorta di scivolosa e rovinosa frana che ci ferisca e ci getti nel panico.

E questo lungo due direzioni: la prima è che alla fine  ci sono venute meno delle cose mentre per fortuna è rimasta integra tutta la nostra persona con le sue capacità di recupero

La seconda riguarda la ferita che ci viene inferta che se da una parte, come detto, non intacca la nostra capacità di ripresa dall'altra ci carica di odio ch ci ha tolto, nel caso peggiore, anche di che vivere.

Ecco per chi è solo legato alle cose di questo mondo non gli resta che fare come il servo del racconto evangelico che pur avendo avuto condonato il  debito dal suo padrone poi va a strozzare un suo debitore per avere i soldi dati in prestito

Oppure si abbandonerà alla disperazione perché nessuno si muoverà per aiutarlo visto che lui mai dava niente per niente.

Il passo evangelico però è dedicato alla necessità di perdonare addirittura 'sempre' come del resto con noi fa il Padre celeste.

E Gesù aggiunge che il nostro perdono deve essere di cuore ed è qui che nicchiamo come se dicessimo: il troppo è troppo.

Come alzare la nostra asticella per entrare anche stringendo i denti in questa forma divina?

Se ci guardiamo un po' a distanza e consideriamo ciò che ci viene affermato dalle Scritture e cioè che ognuno di noi è stato amato da Dio prima della creazione del mondo allora forse ci farà pietà vedere come un altro essere umano si costringa a rubare distruggendo davanti a sé quella meravigliosa vita che in tempi normali ci permette di avere relazioni con gli altri senza guardarsi le spalle da possibili ritorsioni. 

Se poi guardiamo alla vita di Gesù e di come egli ci abbia amato davvero con il cuore e non per buona educazione (nell'ultima cena Gesù ha dato un boccone a Giuda pur sapendo che lo avrebbe tradito e di più gli ha fatto capire che se il suo intento era di tradirlo che lo facesse pure nella speranza che si sarebbe pentito  come successe a Pietro che ricevette il suo perdono pur avendolo rinnegato) allora potremo capire come il perdono di cuore sia una manna anche per noi...

...nel senso che una volta si ed una volta no abbiamo bisogno d'essere perdonati e di nuovo tirati dentro nella cerchia degli umani.

Che dire?  Ne abbiamo cose su cui riflettere ed educarci perché la vita vera insiste su di noi per  impiantarsi nella nostra esistenza al fine di aprirci verso confini che sembrano 'oltre' l'umano ma in realtà la inverano .

Questa è la buona notizia per uscire dalla gora della vendetta e dare futuro anche a noi stessi ed i nostri cari.