giovedì 19 novembre 2009

www.montetabor.de
Un pensiero prima della metazione

La nostra piccola Comunità vuole stare in ascolto della Parola di Dio avendo uno sguardo alla parola umana, alla parola tra noi perché sia una parola di pace. Certo questo non è un compito da poco ma la parola divina resterebbe muta se non fossimo vigilanti a che le nostre parole siano vere e nello stesso tempo piene di misericordia.




Marco - Capitolo 11

1Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. 3E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito». 4Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 5E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». 6Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. 7Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. 8E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. 9Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna!Benedetto colui che viene nel nome del Signore!10Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!Osanna nel più alto dei cieli! 11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.








Gesù entra a Gerusalemme non come un re glorioso ma in modo mite montando un asino. Quella Gerusalemme che tra poco l’avrebbe ucciso è visitata nella pace dal suo re. E’ un messaggio importante e ci sottolinea, se ce ne fosse ancora bisogno, che il modo di rispondere di Dio non è mai quello della violenza. L’asino ha avuto l’onore assoluto di portare il suo Signore ( il cinereo porta la croce ma nessuno mai si era fatto carico di portare il suo corpo vivo) ed è per questo che non gli oppone resistenza. A sottolineare ciò il vangelo ci ricorda che su di lui non era mai salito nessuno e ciò ci induce pure a pensare che in questa icona di Gesù sull’asino viene prefigurato ciò che sarà alla fine dei tempi dove tra l’uomo e gli animali non vi sarà più opposizione e violenza. L’entrata in Gerusalemme può aiutarci a capire come dobbiamo fare la nostra entrata nei vari contesti umani e cioè come persone che non pretendono onori o accoglienza per il fatto d’esserci ma che portano se stessi nella consapevolezza dei propri limiti cercando però, come ha fatto Gesù, di avere nel cuore qualcosa di grande da offrire. Solo così la gente si fa attirare e cioè se vede qualcosa di buono, di bello e di non prevaricante che intercetta il suo orizzonte di vita. Poi Gesù si reca al tempio e lì deve essersi svolto qualcosa di straziante per lui e cioè un congedo dal comune sentire del popolo ebraico che vedeva nel Tempio il luogo della presenza di Dio. Al suo interno Gesù rivive tutti i momenti che vi aveva vissuto a partire dai racconti di Maria sua madre sulla sua presentazione e poi tutti gli altri momenti di preghiera e di predicazione che lo avevano visto lì. Gesù però attardandosi e guardando tutto non solo attiva i suoi ricordi, ma anche tutti i momenti della storia del popolo ebraico e di tutte le generazioni che avevano fatto di quel luogo il tramite per contattare il Signore Adonai . Andandosene via dal Tempio è come se da lì si fosse ritirato Dio stesso almeno nella sua forma ufficiale.