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22 NOVEMBRE
SANTA CECILIA
Vergine e Martire (sec. II-III)
SANTA CECILIA
Vergine e Martire (sec. II-III)
Mt 25, 1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora».
Vedere in prospettiva la propria vita come un cammino per incontrare lo sposo e festeggiare con Lui è un’immagine non solo bella, ma di quelle che danno una grande gioia.
Detto questo cerchiamo di capire se nei nostri vasi vi è olio sufficiente per illuminare il tempo che manca all’arrivo del Signore di cui non si sa né il giorno, né l’ora. Le possibili interpretazioni sul significato dell’olio sono tante io ne sceglierò una che spero possa aiutarci a vedere se di quest’olio siamo in possesso. Allora possiamo vedere in quelle vergini stolte noi stessi quando ancora non avevamo capito che non basta avere un rapporto con Dio del tipo: ‘Signore vado in chiesa e ti prego’.
Questo modo può andare bene quando la vita non è toccata da grandi prove ma quando le nubi del dolore si addensano su di noi abbiamo bisogno non di una fede bambina, ma di una che ha fatto un percorso di conoscenza con il partner che si dice di amare. Gesù infatti dice alle stolte di non conoscerle e ciò avvalora l’ipotesi che egli vuole una relazione in cui il sapere uno dell’altro è molto importante.
Se per essere a posto bastasse avere un rapporto diretto con Dio non sarebbe stato necessario che Gesù venisse su questa terra. Dobbiamo convincerci che per noi Dio è un muro invalicabile e se qualcosa possiamo sapere di Lui è solo grazie a ciò che con la sua vita di Gesù. A questo punto diventa strategico conoscerla ed amarla perché è grazie a questa conoscenza che il nostro olio ci permetterà al momento opportuno d’essere accolti per gioire assieme a Gesù nel suo regno.
Il nostro olio dunque deve essere una meditazione continua della vita di Gesù. Un impegno che ci permetta attraverso l’assiduità della preghiera e della lettura delle sue parole di ricreare nel laboratorio del nostro spirito un’immagine a tutto tondo del nostro Salvatore.
Ne abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo e dobbiamo perseverare in questa ricerca di contatto e di riflessioni unitive che ci permettano di mettere assieme un suo racconto che ce lo renda, sempre con l’aiuto dello Spirito santo, sempre più vivo e necessario nella nostra vita.
Michele Sebregondio