Lc 7, 18-27 mercoledì 22 settembre
[18]Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi [19]e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». [20]Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». [21]In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. [22]Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. [23]E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!».
[24]Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? [25]E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. [26]Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. [27]Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,
Gesù si fa precedere
lungo la linea di comprensione del disegno divino da Giovanni Battista. Ci
colpisce questo suo farsi annunciare dal momento che avrebbe potuto dire : “Ecco
sono arrivato io e vi spiego tutto”. Dobbiamo imparare tanto da questo suo modo
di entrare nella realtà umana e cioè sempre in modo delicato e non in
contrapposizione con chi l’ha preceduto. Anzi anche se il suo messaggio è
diverso da quello di Giovanni Battista Egli lo indica come un grandissimo uomo
e cioè gli dà onore. Avrebbe potuto dire: “Giovanni aveva in mente una idea di
Dio che punisce mentre io vi porto ben altro!”. Ed invece nulla di tutto ciò ma
grazie ad una profonda lettura della vita di Giovanni lo vede plasmato da una
delle tradizioni che lo hanno preceduto. Ciò ci porta a considerare il modo con
cui ci rapportiamo spesso con coloro che la pensano diversamente da noi: li
riduciamo solo ad un nucleo di idee da combattere senza considerarli nei loro
vissuti che spesso sono portatori di importanti
lezioni di vita. Gesù elogia il suo stile anche se non sarà il suo: “E' venuto a voi Giovanni nella via della
giustizia e non gli avete creduto.”. (Mt 18,32) Che meraviglia questo rispetto,
questo indicarlo come un grande. Giovanni rappresenta un prima rispetto ad un
dopo, egli è lo spartiacque tra l’Antico ed il nuovo Testamento e per noi
potrebbe significare che senza un prima ed un dopo nella comprensione della
vita potremmo credere che tutto ciò che abbiamo pensato e fatto sia in una
logica naturale del vivere. Ebbene non può essere così perché ciò che viene dal
basso (dal prima) , e cioè da noi, non è illuminato da ciò che viene dall’alto
e cioè da Dio. Per entrare davvero nella vita di Dio deve esserci per forza una
cesura, un taglio che definisca il passaggio dal nostro mondo a quello di Dio. Giovanni
Battista pur essendo pieno di Spirito santo anche lui ha vissuto nella sua
carne il suo essere prima e nello stesso tempo il suo essere superato dalla
figura di Gesù e se ne accorge quando i discepoli anziché riferirgli che era
arrivata la scure di Dio su questa terra, e cioè il suo Messia, gli vengono a
dire che: “ I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi
vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata
la buona novella.”. Quando Gesù dice di riferire a Giovanni ciò che i loro
occhi hanno visto è perché egli compia in cuor suo il passaggio tra un prima di
un Dio giusto e vendicatore ed un dopo di un Dio misericordioso sceso su questa
terra per cercare la pecorella smarrita e portarla a salvezza, e Giovanni sicuramente questo passaggio prima
di morire per mano di Erode l’avrà fatto.