lunedì 31 ottobre 2016

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     Commento dall'incontro di Mercoledi 26 in Abbazia 


 Lc 8 - 22, 25 

«Maestro, maestro, siamo perduti!». E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia.”.Sappiamo dalle sacre scritture che quando Dio ha creato l’universo e la terra tutto era sotto il segno dell’armonia. Nel giardino dell’Eden:Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare” Gen 2 -9 . In questa azione di Dio c’è il cardine interpretativo di ogni relazione tra Dio e l’uomo e la natura: Dio è buono e da Lui non si possono ricevere che cose buone. Se quest’affermazione diventa  l’apriori di ogni nostro pensiero su Dio allora dobbiamo rivedere tutti quei giudizi che gettano su Dio Padre la responsabilità di tutti i nostri mali. Questa è una bella sfida per l’intelligenza che poi sarà di sicuro aiutata da Dio stesso attraverso l’azione dello Spirito Santo a capire che ci troviamo in questa situazione per le nostre azioni ingiuste e per aver dato ascolto al suggeritore diabolico, come è avvenuto per Adamo ed Eva. Gesù all’inizio della sua vita pubblica, e dunque nella maturità dell’arrivo del tempo della salvezza, ci ha fatto vedere come liberarsi dal fastidioso angelo del male. Ora Gesù, bene da Bene,  è uscito da Maria e dall’azione dello Spirito proprio come i nostri progenitori: bello e con il potere di continuare l’azione creatrice di Dio. Non è da meravigliarsi dunque che entrando nella storia dell’uomo Gesù non faccia altro che riprodurre la bellezza e la bontà degli inizi. La sua parola è capace di sedare i venti e calmare le acque. E non solo egli viene a dirci che se abbiamo fede in Lui non possiamo sentirci ‘perduti’ come avevano creduto i discepoli. Ora però dobbiamo chiederci di fronte alle continue morti nelle acque del nostro mediterraneo: ‘ Di sicuro vi saranno stati pure dei credenti che avranno pregato Dio e  come mai sono morti?. O dobbiamo pensare che la loro fede non sia stata così forte da ottenere la salvezza?. Se continuiamo a pensare così arriveremo di sicuro a non credere più in Dio anzi a pensare su di Lui cose malvage (Dov’era Dio?). Quando Gesù dice ‘gente di poca  fede’ ai discepoli voleva loro dire: “Come mai non avete fiducia in me? Non avete visto che con vostra grande meraviglia io risuscito i morti, guarisco i paralitici e dò la vista ai ciechi? Se io sono con voi nulla di male vi potrà accadere.”. Ora per noi è diverso e quella parola di Gesù (‘dell’avere fede’)  dobbiamo intenderla così: se lo seguiamo davvero non ci può accadere nulla che permetta al nostro spirito di sentirsi all’inferno, perduto, ma se anche moriremo sappiamo che in un lampo, come avvenne a Gesù sulla croce, saremo accolti dalle braccia del Padre nel suo regno celeste. Che cosa allora dobbiamo temere? Noi stessi quando non solo operiamo il male, ma attribuiamo a Dio i mali causati da noi. E cosa dobbiamo credere? Che non saremo mai abbandonati sia che si creda in Dio sia che, pur non credendo, spendiamo la vita per i nostri fratelli. Ed oggi di questo abbiamo bisogno e non di cacciare chi,nella grande incertezza della vita chiede il nostro aiuto.