Commento dall'incontro di Mercoledi 26 in Abbazia
Lc 8 - 22, 25
«Maestro,
maestro, siamo perduti!». E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti
minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia.”.Sappiamo
dalle sacre scritture che quando Dio ha creato l’universo e la terra tutto
era sotto il segno dell’armonia. Nel giardino dell’Eden:”Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di
alberi graditi alla vista e buoni da mangiare” Gen 2 -9 . In questa azione di Dio
c’è il cardine interpretativo di ogni relazione tra Dio e l’uomo e la natura: Dio è
buono e da Lui non si possono ricevere che cose buone. Se quest’affermazione diventa l’apriori di ogni nostro pensiero su Dio
allora dobbiamo rivedere tutti quei giudizi che gettano su Dio Padre la
responsabilità di tutti i nostri mali. Questa è una bella sfida per
l’intelligenza che poi sarà di sicuro aiutata da Dio stesso attraverso l’azione
dello Spirito Santo a capire che ci troviamo in questa situazione per le nostre
azioni ingiuste e per aver dato ascolto al suggeritore diabolico, come è
avvenuto per Adamo ed Eva. Gesù all’inizio della sua vita pubblica, e dunque
nella maturità dell’arrivo del tempo della salvezza, ci ha fatto vedere come
liberarsi dal fastidioso angelo del male. Ora Gesù, bene da Bene, è uscito da Maria e dall’azione dello Spirito
proprio come i nostri progenitori: bello e con il potere di continuare l’azione
creatrice di Dio. Non è da meravigliarsi dunque che entrando nella storia
dell’uomo Gesù non faccia altro che riprodurre la bellezza e la bontà degli
inizi. La sua parola è capace di sedare i venti e calmare le acque. E non solo
egli viene a dirci che se abbiamo fede in Lui non possiamo sentirci ‘perduti’
come avevano creduto i discepoli. Ora però
dobbiamo chiederci di fronte alle continue morti nelle acque del nostro
mediterraneo: ‘ Di sicuro vi saranno stati pure dei credenti che avranno
pregato Dio e come mai sono morti?. O
dobbiamo pensare che la loro fede non sia stata così forte da ottenere la
salvezza?. Se continuiamo a pensare così
arriveremo di sicuro a non credere più in Dio anzi a pensare su di Lui cose malvage
(Dov’era Dio?). Quando Gesù dice ‘gente di poca
fede’ ai discepoli voleva loro dire: “Come mai non avete fiducia in me?
Non avete visto che con vostra grande meraviglia io risuscito i morti, guarisco
i paralitici e dò la vista ai ciechi? Se io sono con voi nulla di male vi potrà
accadere.”. Ora per noi è diverso e quella parola di Gesù (‘dell’avere
fede’) dobbiamo intenderla così: se lo
seguiamo davvero non ci può accadere nulla che permetta al nostro spirito di
sentirsi all’inferno, perduto, ma se anche moriremo sappiamo che in un lampo, come
avvenne a Gesù sulla croce, saremo accolti dalle braccia del Padre nel suo
regno celeste. Che cosa allora dobbiamo temere? Noi stessi quando non solo
operiamo il male, ma attribuiamo a Dio i mali causati da noi. E cosa dobbiamo
credere? Che non saremo mai abbandonati sia che si creda in Dio sia che, pur
non credendo, spendiamo la vita per i nostri fratelli. Ed oggi di questo abbiamo
bisogno e non di cacciare chi,nella grande incertezza della vita chiede il
nostro aiuto.