FESTA DI TUTTI SANTI CRISTIANI E DI OGNI UOMO FEDELE AGLI ALTI VALORI UMANI
liturgia romana
Mt
5,1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati
i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
perché di essi è il regno dei cieli.
I poveri aspettano tutto da chi
ha. I poveri di oggi sono rappresentati da coloro che a causa delle guerre e
della povertà o dalle catastrofi ambientali hanno perso tutto. Non avendo niente non possono far altro che
sperare nell’aiuto di qualcuno. Nel regno di Dio sono beati coloro che si
sentono totalmente poveri e cioè incapaci con le proprie forze mentali o materiali di meritarsi il
dono meraviglioso di farvi parte. Sulla terra però non sono dei nullaoperanti
quasi che con la scusa d’aspettarsi tutto dall’alto non si danno da fare per
questo mondo. Essi si paragonano a Zaccheo ed il loro intento è solo quello di
arrampicarsi sulla pianta del sicomoro per vedere Gesù: poi al resto ci pensa
Lui pensandoci noi.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Sono beati coloro che piangono in
modo sincero e non rivendicativo o ideologico. E’ il pianto doloroso delle
perdite, dello sconforto. E’ il pianto liberatorio che fa piazza pulita di
tutti gli intenti rancorosi e rabbiosi. E’ il pianto dell’abbandono a Chi davvero
può consolare e cioè sanare nel profondo le ferite per permettere un nuovo
inizio.
Beati
i miti,
perché avranno in eredità la terra.
perché avranno in eredità la terra.
Beati coloro la cui vita non è
pianificata per conquistare con la forza sempre nuovi orizzonti sia quelli
legati alla terra fisica che quelli prodotti dall’intelligenza. Questi beati
trovano sempre un approccio dolce e mite
per trovare le soluzioni che davvero contano nella vita. Il loro essere stati
espropriati dei liberi territori delle crescite umane a motivo delle potenze che le coartano negli ingorghi
virulenti dell’appropriazione e degli interessi li fa ereditieri veri di una
terra liberata. E qui Gesù non rimanda solo all’altro mondo l’eredità della
terra perché la si può ereditare anche in questo perché l’uomo tra le sue pazze
possibilità ha anche quella in cui dopo essere stato schiavo di un modo inumano
di vivere sa pure alzare lo testa e dare speranza alla terra.
Charles de Foucault
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,perché saranno saziati.
Beati tutti coloro che non si
fanno riciclare la testa dagli imbonitori televisivi e politici ma si danno da
fare perché il sopruso non diventi legge
a cui non ci si può sottrarre. La pasta di questi beati è fatta per
documentarsi e proibire a stessi di
galleggiare in quell’apatia del quotidiano in cui la parola d’ordine è: “Tanto
non ci posso far niente”. Essi hanno capito d’essere dei nobili cavalieri
sempre pronti all’occorrenza a difendere
i deboli o comunque a mettere la loro intelligenza ed il loro impegno per le
cause più nobili. Beati ancora tutti i giornalisti morti per aver voluto
documentare le malefatte dei cialtroni ed assassini e beati
ancora coloro che, qui vivi tra di noi, portano avanti questo nobile compito.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati coloro che non sono rigidi
di testa e che non hanno applicato alla mente un paraocchi così stringente da
condannare chi non collima con il loro modo di pensare. Beati lo sono ancora perchè conoscendo bene la propria fragilità sanno essere pieni di compassione
ed umanità verso il prossimo. Sono persone
scese dal piedistallo della loro importanza personale e per questo
disponibili e dal cuore accogliente
verso le situazioni che incontrano nella vita. Da loro non potranno mai sorgere
guerre mosse da invidia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
perché vedranno Dio.
Beati davvero quelle persone che
sanno affrontare ciò che viene loro incontro con l’innocenza di un bambino e
senza quei retropensieri che rovinano l’impatto con la realtà. Costoro non
bisogna intenderli come incapaci di vedere il male che imperversa nel mondo, ma
pur essendone consapevoli vi versano di volta in volta la forza del regno di Dio perché tutto possa prendere una piega nuova,
perché sempre si può e nulla è votato al fallimento. Ai puri di cuore viene
promesso di poter poggiare gli occhi su Dio stesso perché hanno guardato agli altri con i Suoi occhi.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beato chi cercherà in ogni
situazione di non ribadire sempre ciò che divide, come per interesse di parte
fanno in tanti, ma di far scorgere un cammino di maggiore luce e comprensione per
la ricomposizione dei conflitti. La pace per questi operatori è legata
fortemente alla consapevolezza d’essere tutti figli della terra e che quindi è
davvero inconveniente e distruttivo farsi la guerra: siamo tutti vincolati alla
comune umanità e per chi crede in Gesù
Cristo da una comune appartenenza fraterna. Solo così possiamo essere e
sentirci liberi da ogni pastoia terrena di assensi o consensi legati ad
un’umanità che guarda troppo in basso ed avere la possibilità di scoprire
d’essere veramente figli di Dio.
Shahbaz Bhatti martire
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Ed ancora beati quelli che combattono
per una giustizia a tutto campo e cioè non solo per quella tra gli uomini ma
anche quella che riguarda i rapporti tra l’uomo e Dio. Costoro hanno capito che
l’ingiustizia perpetrata contro i fratelli o contro Dio ha un risvolto alcune
volte vistoso ed altre volte sottile sulla vita di ogni uomo. Ai perseguitati
ed uccisi per la giustizia viene accreditato addirittura il possesso del regno dei cieli.
Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro
di voi per causa mia.
L’ultima beatitudine è per coloro
che hanno ritenuto così importante per la loro vita l’appartenenza a Gesù da essere disposti a subire qualsiasi persecuzione pur di non
finire tra coloro che lo tradiscono. Sono
le donne e gli uomini che si sono abbeverati alla sua acqua viva e che alla sua
luce vogliono vedere la luce delle sorti del mondo.
don Andrea Santoro
Michele Sebregondio