martedì 11 ottobre 2016

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Lc 6, 39 – 42  mercoledì 13 Luglio 2016

[39]Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? [40]Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.[41]Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? [42]Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.



“Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.” . Gesù ci invita a fare un lavoro interiore profondo per liberarci dalla trave presente nel nostro occhio. E la domanda è: “Questa trave ce l’abbiamo tutti o solo alcuni?”. Purtroppo non c’è donna o uomo che non ce l’abbia. Ed ancora: “ Se ce l’avessimo davvero come mai non ce ne accorgiamo?”. Bella domanda a cui occorre rispondere con sincerità e verità. Nasciamo in un contesto storico, in una famiglia e portiamo avanti fin da piccoli la visione del mondo che riceviamo dai genitori. Salvo rari casi di santità, che consiste in un rapporto di filiale ricezione delle parole divine  ed in una correzione paterna da parte del Creatore, crediamo che ciò che abbiamo appreso e verificato nel nostro piccolo circuito di vita sia sempre il modo corretto con cui giudicare ed interagire con gli altri. Chi vuol seguire Gesù deve invece capire che quasi la totalità delle cose che ci passano per la mente costituiscono l’asse portante della trave che oscura la  vista. Se le cose sono davvero così capite bene che la nostra situazione esistenziale deve davvero essere ribaltata. Ma come possiamo convincercene? Dove possiamo trovare un medico capace di operarci proprio nell’organo della vista che per noi a questo punto significa o non vederci più perché il medico non ci sa fare oppure recuperare una capacità di visione tale che ci permetta non solo di vivere bene ma anche di aiutare i nostri fratelli a liberarsi di ciò che li fa soffrire? Ecco a Chi dobbiamo affidarci, a Gesù : “Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. “ (Lc 6 47-48) . Gesù ci invita a scavare profondo, a rivedere da dove è partita la nostra vita, che cosa ci è stato insegnato, quali sono i valori su cui facciamo affidamento. Un aiuto ci può venire dall’analisi dei nostri fallimenti, ma di più dal mettere la nostra vita in controluce con quella di Gesù per vedere se siamo animati dallo stesso spirito. Ma oggi c’è mai qualcuno che sia disposto a farlo davvero?