Lc 6, 39 – 42 mercoledì 13 Luglio 2016
[39]Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un
altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? [40]Il discepolo
non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.[41]Perché
guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della
trave che è nel tuo? [42]Come puoi dire al tuo fratello: Permetti
che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel
tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene
nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
“Ipocrita,
togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere
la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.” . Gesù
ci invita a fare un lavoro interiore profondo per liberarci dalla trave
presente nel nostro occhio. E la domanda è: “Questa trave ce l’abbiamo tutti o
solo alcuni?”. Purtroppo non c’è donna o uomo che non ce l’abbia. Ed ancora: “ Se ce l’avessimo davvero
come mai non ce ne accorgiamo?”. Bella
domanda a cui occorre rispondere con sincerità e verità. Nasciamo in un
contesto storico, in una famiglia e portiamo avanti fin da piccoli la visione
del mondo che riceviamo dai genitori. Salvo rari casi di santità, che consiste
in un rapporto di filiale ricezione delle parole divine ed in una correzione paterna da parte del Creatore,
crediamo che ciò che abbiamo appreso e verificato nel nostro piccolo circuito
di vita sia sempre il modo corretto con cui giudicare ed interagire con gli
altri. Chi vuol seguire Gesù deve invece capire che quasi la totalità delle
cose che ci passano per la mente costituiscono l’asse portante della trave che
oscura la vista. Se le cose sono davvero
così capite bene che la nostra situazione esistenziale deve davvero essere
ribaltata. Ma come possiamo convincercene? Dove possiamo trovare un medico
capace di operarci proprio nell’organo della vista che per noi a questo punto
significa o non vederci più perché il medico non ci sa fare oppure recuperare
una capacità di visione tale che ci permetta non solo di vivere bene ma anche
di aiutare i nostri fratelli a liberarsi di ciò che li fa soffrire? Ecco a Chi
dobbiamo affidarci, a Gesù : “Chi
viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è
simile: è simile a un uomo che,
costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra
la roccia. “ (Lc
6 47-48)
. Gesù ci invita a scavare profondo, a rivedere da dove è partita la nostra
vita, che cosa ci è stato insegnato, quali sono i valori su cui facciamo
affidamento. Un aiuto ci può venire dall’analisi dei nostri fallimenti, ma di
più dal mettere la nostra vita in controluce con quella di Gesù per vedere se
siamo animati dallo stesso spirito. Ma oggi c’è mai qualcuno che sia disposto a farlo davvero?